I Cardini
della Pedagogia Waldorf

L’aspetto antroposofico-antropologico

 

Alla base della pedagogia Steiner-Waldorf vi sono un’antropologia e una psicologia evolutiva, che sono contenute nel testo fondamentale “Antropologia generale” di Rudolf Steiner (1919).

La pedagogia Steiner-Waldorf parte dalla premessa che ogni essere umano vive tre diversi aspetti dell’esistenza: quello esteriore/fisico, direttamente percepibile attraverso i sensi; quello interiore, fatto di esperienze personali, che gli permette di relazionarsi con il mondo esterno e che si esprime nei suoi pensieri, sentimenti e atti volitivi; quello in cui nella sua individualità giungono ad esprimersi ideali e contenuti patrimonio dell’intera umanità; in essi il mondo e l’esistenza si rivelano all’individuo nella loro natura reale e completa.

Tutto lo sviluppo umano può essere visto come l’interazione, all’interno di ogni persona, tra il nucleo spirituale che vuole esprimersi appieno e l’organismo ereditato, che deve essere individualizzato.

La corporeità deve prima diventare una casa per l’anima e per lo spirito, con porte e finestre aperte sul mondo; poi dovrà diventare il mezzo attraverso il quale l’individuo si rapporta con un contesto sociale, culturale e ambientale.

 Per questo il compito centrale della pedagogia Steiner-Waldorf è quello di rafforzare l’Io, il nucleo essenziale di ogni individuo, facilitandone l’inserimento nell’organismo fisico, nei suoi ritmi e nei suoi processi, aiutandolo così a sviluppare le facoltà con cui esprimere se stesso, mettendolo in grado di relazionarsi con il mondo e le altre persone, in modo socialmente fruttuoso.

Il lavoro dell’educatore va quindi in due direzioni opposte: da un lato dall’alto verso il basso, sostenendo l’inserimento dell’Io dell’allievo, dall’altro dal basso verso l’alto, stimolando le competenze che permettano all’essere umano in divenire di trovare un collegamento con il suo nucleo essenziale, in un percorso che questi sia in grado di guidare sempre più responsabilmente in prima persona.

Partendo infatti dal presupposto che l’educazione è, da un certo momento in poi, autoeducazione, l’insegnante svolge un lavoro su se stesso per poter divenire un collaboratore del processo evolutivo del bambino, offrendo per quanto possibile l’ambiente migliore perché ciò possa avvenire.

Il maestro può fare questo al meglio se conosce in profondità le leggi che regolano lo sviluppo dell’essere umano.

Antropologia ed elementi di pedagogia

 

La pedagogia Steiner-Waldorf riconosce tre fondamentali fasi di sviluppo, o settenni, nelle quali l’educatore ricopre, pur in maniera differenziata, un ruolo fondamentale: dalla nascita a 7 anni, il periodo prescolastico; da 7 a 14 anni, quello del ciclo di base (classi I-VIII); da 14 a 21 anni, quello principalmente della scuola superiore. Ognuna di queste fasi presenta significative e specifiche caratteristiche nella maturazione fisica, psicologica e spirituale dell’essere umano.

Alla nascita, l’Io è attivo soprattutto nella costruzione del corpo fisico. A circa sette anni, alcune delle forze che erano attive alla formazione degli organi, diventano gradualmente superflue per le loro funzioni organiche. Sono perciò disponibili per aiutare la comparsa di una vita interiore individuale e particolarmente per supportare il processo di formazione di immagini mentali, di costituzione della memoria e di creazione delle forze autonome di fantasia, fattori tutti essenziali all’apprendimento.

All’arrivo della pubertà, le attività dell’anima, che finora sono state integrate nei processi degli organi fisici e di conseguenza nei processi vitali, iniziano ad emanciparsi. L’Io diviene attivo nell’anima, aiutando il giovane a formulare giudizi, a formarsi dei concetti indipendenti e a dirigere gradatamente il proprio comportamento secondo intenzioni coscienti, motivate da ideali.

Testi tratti dal sito della Federazione Steiner-Waldorf Italiana
www.educazionewaldorf.it/federazione/